“Le parole sono finestre, oppure muri” Marshall B. Rosenberg
Parliamo tutti i giorni. Raccontiamo di noi stessi, raccontiamo di altri, confidiamo speranze e paure ad alta voce o soltanto nella riparata intimità della nostra mente. Parliamo in tantissimi modi diversi: in modo sincero, utile, corretto, gentile, premuroso, parliamo troppo o troppo poco, parliamo lentamente, velocemente, cautamente, falsamente, parliamo per convincere, parliamo per consolare, parliamo per umiliare, per trasmettere un messaggio, per chiarire; parliamo per creare connessione o per difenderci, per unire o per separare. La lista non finisce certamente qui.
Qualunque siano il modo e lo scopo con cui parliamo, possiamo portarvi attenzione e cura in modo che la conseguenza del nostro parlare sia ciò che, più possibile, ci avvicina al benessere e alla serenità. Non è sempre facile, vero?
PREMESSA: COS'E' IL NOBILE OTTUPLICE SENTIERO
Il Nobile Ottuplice Sentiero è la via indicata negli insegnamenti buddhisti come la strada che conduce alla fine della sofferenza. Per poterci avvicinare a capire l'utilità di questo insegnamento, non è richiesto diventare buddhisti né adottare filosofie o religioni di alcun tipo. Invito tutti noi a non fermarci all'apparenza dei nomi e offrirci l'opportunità di incarnare gli atteggiamenti che la pratica di Mindfulness ci mostra: il non giudizio, l'apertura, la non-identificazione, la fiducia.
Il nobile ottuplice sentiero si configura come una vera e propria forma di pratica che ci permette, in sostanza, di vivere meglio. Esso è chiamato "ottuplice" perché formato da 8 elementi: in questo articolo esplorerò brevemente quel che concerne il parlare, dedicando poi futuri articoli agli altri 7 aspetti della pratica.
Retta parola è uno dei passi di questo "sentiero": è l'opportunità di allargare la nostra consapevolezza a questo aspetto della nostra quotidianità (l'atto del parlare) che il 99% delle volte passa inosservato e quasi completamente soggetto a meccanismi di reattività, abitudine, inconsapevolezza. Retta parola ci aiuta a renderci conto con gentilezza di come usiamo il linguaggio sia nelle nostre relazioni che con noi stessi, di come ci raccontiamo, in poche parole, di come presentiamo e costruiamo attivamente la storia della nostra vita.
LE 5 CARATTERISTICHE DI UNA RETTA PAROLA
La retta parola (che possiamo chiamare sammā vācā in pāli) ci permette di vivere relazioni più soddisfacenti, di non perdere energie preziose dietro inutili lamentele o pettegolezzi, di monitorare la qualità delle nostre parole e l'utilità dei discorsi che facciamo e che forse potremmo anche non fare.
Le caratteristiche di una parola che possiamo considerare retta sono:
- è detta al momento opportuno
- è in accordo coi fatti
- è detta con garbo e moderazione
- è utile
- è detta senza ostilità
Esploriamo un punto alla volta.
SAMMĀ VĀCĀ:
LA PAROLA DETTA AL MOMENTO OPPORTUNO
LA PAROLA DETTA AL MOMENTO OPPORTUNO
Capita mai che parliamo quando forse sarebbe meglio tacere? O che ci lasciamo sfuggire qualcosa che era meglio tenere ancora per noi? Si può trattare anche di qualcosa di giusto, di vero, ma che forse era meglio dire in un altro momento, un momento in cui sarebbe stato compreso e recepito meglio, oppure espresso meglio...Questo succede per esempio nei momenti in cui l'emotività prende il sopravvento, come quando siamo arrabbiati o molto tristi, demotivati, quando qualcosa ci turba in modo particolare, o quando le condizioni esterne non sono le migliori (per esempio, dire quel che ci passa nella mente durante un'animata discussione).
SAMMĀ VĀCĀ:
LA PAROLA DETTA IN ACCORDO COI FATTI
LA PAROLA DETTA IN ACCORDO COI FATTI
Qua ci riferiamo al mentire, all'esagerare una notizia, al parlare per ipotesi, al seminar zizzania...Quanti di noi non l'hanno fatto almeno una volta nella vita? E' normale, parlare rettamente non è facile. Magari qualcuno ci tratta un po' male, e per sentirci meglio ci inventiamo una storia che non racconta esattamente cosa sia successo ma cediamo all'impulso di "calcare un po' la mano". Per quanto questo possa farci stare leggermente meglio sul momento, non è sicuramente una cura salutare per la ferita che abbiamo ricevuto e non porterà alcun miglioramento futuro.
SAMMĀ VĀCĀ:
LA PAROLA DETTA CON GARBO E MODERAZIONE
LA PAROLA DETTA CON GARBO E MODERAZIONE
Diamo libero sfogo a pettegolezzi, ci piace il gossip sui nostri colleghi o sulle nuove compagne di nostri ex mariti o fidanzati, usiamo parole taglienti per quel nostro capo al lavoro che ci ha negato le ferie quando le volevamo?
Ecco altre ottime occasioni di praticare sammā vācā, cioè la retta parola. Non si tratta di dire il contrario di quello che è, ma semplicemente ci invitiamo a non indugiare e non crogiolarci in ciò che ci ha fatto stare male per illuderci che, parlando sgarbatamente, potremo riallineare le cose. Non riallineiamo niente, se non i pioli invisibili di una scala emotiva che ci porterà ancora più in profondità nel nostro malessere.
SAMMĀ VĀCĀ:
LA PAROLA UTILE
LA PAROLA UTILE
Sulla parola utile ci sarebbe molto da dire. Noi tutti pensiamo di dire un sacco di cose assolutamente utili: un consiglio che ci sembra geniale, una regola di vita importantissima, un insegnamento fondamentale ma che (torniamo al punto uno) forse non è detto al momento opportuno. Possiamo intendere "utile" come ciò che porta maggior benessere ed armonia. Vogliamo dire al nostro amico arrabbiato che dovrebbe rispondere con gentilezza a chi l'ha ferito e che dovrebbe porgere l'altra guancia? Può essere anche vero, ma dirglielo aumenta il suo benessere e l'armonia generale o crea ancora maggior astio, in questo momento? Prendiamoci il tempo di valutare cosa vorremmo dire, come dirlo e se dirlo.
SAMMĀ VĀCĀ:
LA PAROLA DETTA SENZA OSTILITA'
LA PAROLA DETTA SENZA OSTILITA'
Un tono di voce duro è il nascondiglio perfetto (anche se in bella vista) di qualche nostro rancore. Nessuno ha mai detto che il cammino per una maggiore consapevolezza sarebbe stato privo di ostacoli. Come rispondere senza ostilità a qualcosa che ci ha fatto, e che ancora ci fa, stare male? L'ostilità sorge spontanea, potremmo dire. Va benissimo. Accogliamo questa ostilità: essa arriva come nostra amica (potremmo chiamarla dosa se ci piace la lingua pāli) che ci indica che abbiamo, in quel punto, una reattività su cui lavorare. Se non possiamo usare la parola non ostile, allora in quel momento preciso, è preferibile il silenzio.
MICCHĀ VĀCĀ:
COSA NON DOVREMMO COLTIVARE
COSA NON DOVREMMO COLTIVARE
Chiunque dica di coltivare un cammino di consapevolezza sa che quello che alimentiamo, crescerà. Se alimentiamo un atteggiamento negativo e reattivo verso l'esistenza, questo diventerà il nostro modo abituale di porci nei confronti delle esperienze. Se alimentiamo, un passo alla volta, più sane abitudini, quelle avranno il tempo di attecchire e crescere.
Il contrario della retta parola, di sammā vācā, è micchā vācā, la parola inconsapevole, reattiva, scorretta, cieca.
Essa è di 4 tipologie:
- la parola falsa: mentire, esagerare, dare per vera una supposizione, ecc
- la parola maligna: diffamare, spettegolare, causare inimicizia, discordia, sospetto, fraintendimenti, parlare dei difetti degli altri, ecc
- la parola aspra: parlare duramente, in modo volgare, con sarcasmo, per umiliare, criticare in modo sprezzante, aggredire verbalmente, rimproverare in modo distruttivo, ecc
- la parola futile: parlare inutilmente, a sproposito, in momenti non opportuni, dicendo banalità, ecc
Per un approfondimento, vi invito a leggere anche quest'altro articolo che ho scritto tempo fa: "Perché pettegolezzi e lamentele sono inutili e nocivi" cliccando qua.
QUELLO CHE COLTIVIAMO, CRESCERA'
Lentamente, un passo alla volta, conoscendo le nostre abitudini e quello che fa scattare in noi l'automatismo, possiamo iniziare a costruirci una vita più serena. Non è colpa nostra se adesso ci troviamo in difficoltà, ma siamo responsabili di quello che decidiamo di fare. Possiamo iniziare da qualsiasi punto, con presenza, gentilezza e un giusto impegno, e il nostro cervello impararà nuove regole, nuove abitudini, nuovi modi di vedere la realtà.
PROSSIMO CORSO Mindfulness-Based Stress Reduction
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DOTT.SSA FEDERICA GAETA
Terapista della Riabilitazione Psichiatrica
Istruttrice SENIOR protocolli Mindfulness
tel. 327 49 58 256