Quando ti sale la carogna!

C’è una persona che conosco che mi fa salire la carogna la metà delle volte che la vedo. E’ un’espressione molto colorita, lo so, e leggendo le cose che solitamente scrivo ci si potrebbe chiedere “Ma come?! E la mindfulness?


Fatto sta che il 60% delle interazioni tra me e questa persona sono, dal mio lato, causa di grande tensione: siamo molto diverse nei modi di pensare, nell’approccio alla vita e alle situazioni, nel ventaglio di valori personali che sembriamo nutrire. Nei momenti in cui l'interazione è difficile, sento rabbia a livello emotivo, sento tensione mentale, rifiuto della situazione, sento la rabbia anche nel corpo a volte come vera e propria aggressività trattenuta, sento pensieri sprezzanti, pieni di astio, sento il desiderio di non vedere mai più quella persona. So che ve lo state chiedendo di nuovo: “E la mindfulness?


E poi sento il pensiero di essere sbagliata, perché è senz’altro una reazione esagerata la mia, non sono capace di modulare, regolare, portare compassione, sospendere il giudizio. Anni di Mindfulness dimenticati in un batter di ciglia!

Dove voglio andare a parare in questo articolo? Non lo so, in realtà volevo parlare d’altro, devo averla presa un po’ alla lontana, ma in ogni caso è un argomento che rientra dignitosamente nell'esplorazione della consapevolezza.
Dopo anni di pratica personale, sto finalmente iniziando a dare spazio alla possibilità che questa persona mi stia insegnando qualcosa di importantissimo, che non potrei imparare neanche col migliore e più amorevole e più paziente insegnante del mondo. Mi sta insegnando molte cose non su di lei e su quelli che si comportano come lei, ma su di me e sulle mie zone d'ombra, sui punti di attrito e le modalità in cui rifiuto la realtà per come è e pretendo invece che sia come voglio io. Avversione, attaccamento e illusione tutte in una volta sola! Che bello, però, vederli.

Tutta quella reazione, esagerata, reattiva, è una tipica reazione da stress ed è il mio preziosissimo materiale di studio. A prescindere da quella persona, a prescindere dal fatto che siano migliori i miei valori o i suoi o dai singoli eventi che ci portano a scontrarci: questo non importa.

Perché tutto questo discorso? Sicuramente non per raccontarvi dei miei problemi relazionali, ma perché magari questa situazione risuona anche per qualcuno di voi.

Perché ricordiamo: “Consapevolezza” (e quindi mindfulness) non è “obbligarti a stare bene”; non è correre a occhi chiusi incontro al nemico per farti sbranare; non è negare la sofferenza facendo finta che vada tutto bene; non è essere dei santarellini col sorriso posticcio stampato in faccia.

Consapevolezza” è riconoscere la situazione che c’è quando c’è. E’ non disconoscere le tue emozioni, anche quelle reattive e i pensieri mostruosi. E’ ricordarti di respirare. E’ curarti delle tue difficoltà, dare compassione a te stesso, trattarti con pazienza, ed impegnarti ad imparare nuove, e più sane, strategie di adattamento.


FEDERICA GAETA

Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica

Istruttrice Qualificata Mindfulness e prot. MBSR

tel. 327 49 58 256

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