La continua ricerca di metodi per intrattenerci non fa che ritardare quel momento in cui ci troveremo faccia a faccia con ciò che stavamo evitando.
Ci dà piacere, certamente: scorrere la bacheca dei vari Facebook e Instagram, fare le abbuffate su Netflix, YouTube o il tremendo Tik Tok, accendere automaticamente la radio mentre guidiamo, fumare sigarette mentre aspettiamo...
Nulla di male, sono comportamenti comuni, io stessa mi trovo a volte nelle maglie della ricerca compulsiva di intrattenimento: ma quando capita, mi accorgo anche subito che c'è qualcosa che non ho voglia di riconoscere, a cui non ho voglia di fare spazio. Ne percepisco la presenza, ma preferisco ignorare, far finta di niente, tenerlo lì come un pappagallo sulla spalla continuando a dirmi "Non sto facendo nulla di male".
E funziona anche bene finché dura l'intrattenimento, ma poi? Per questo, la ricerca continua di intrattenimento senza mai fermarsi a vivere le esperienze nella loro semplicità può renderci sempre più incapaci di stare nel presente, sempre più in cerca di una via di fuga, sempre più ansiosi, insoddisfatti, infelici e distratti.
Quello che sembrava un sollievo si trasforma, senza che ce ne accorgiamo, nella trappola di un piacere illusorio.
Il primo modo in cui cerchiamo di intrattenerci è chiudendoci dentro gli schermi dei nostri cellulari. Lo vedo negli altri ma a volte anche in me stessa. I momenti di attesa, le file, il tempo libero dal lavoro e dagli impegni, talvolta anche i momenti dei pasti o quando (pre-lockdown) si stava in compagnia: quante volte in questi momenti abbiamo cercato nei nostri smartphone qualcosa che in quel momento ci mancava?
Non solo schermi dei cellulari, ma anche serie TV, video su YouTube, carrellate di telefonate, catene sui social e su WhatsApp, foto del buongiorno, della buonanotte e del buon lunedì.
Ma non solo questo: intrattenimento con il cibo, con le sigarette (la famosa pausa sigaretta!), con il caffè, con giochi di vario tipo (videogiochi, gratta e vinci, i vari Animal Farm, FaceApp e “Scopri che Ortaggio Sei”), con le news, con lo shopping, con l'alcol...
Ma non è tutto qua: ci intratteniamo anche col lavoro, con gli hobbies, con i libri, la musica..A volte ci intratteniamo anche con la meditazione...
Chiariamo: è vero che non c'è nulla di male ad usare i social, a videogiocare, a guardare una puntata in più di una serie TV che ci piace...ma non deve diventare l'unica strategia che usiamo per vivere la vita. E’ vero che non stiamo facendo niente di male nel senso stretto del termine, ma in realtà un po’ di male lo stiamo facendo: stiamo indebolendo piano piano la nostra attenzione, la nostra potenzialità di benessere, la nostra capacità di crescere, migliorare ed essere d’aiuto e d’ispirazione anche agli altri...in cambio di una più facile ed economica distrazione. Che tanto economica però non è, perché il prezzo lo paghiamo con la nostra salute mentale, fisica e sociale.
Quindi, qualcuno si chiederà, non si può fare niente?!?
Certo che sì! Possiamo esser disposti a sentire, allenarci a percepire anche quei piccoli elementi dell’esperienza che possono indirizzarci verso una strada che diminuisce, anziché migliorare, il nostro benessere.
FEDERICA GAETA
Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica
Istruttrice Qualificata Mindfulness e prot. MBSR
tel. 327 49 58 256
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